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Funghettoberserker.
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Accetta l'abbraccio, ma sembra titubare nel ricambiare il gesto. Solleva le braccia, ma ci ripensa. Come se le costasse troppo. Ma l'abbraccio sembra calmarla in ogni caso.
"E va bene. Andiamocene allora, prima che cambi idea e decida di strozzarla con le mie stesse mani."
E cercherebbe di staccarsi sia dal'abbraccio che dalla stretta di mano. Sospira profondamente.
"E poi, sicuramente mi verranno a cercare a casa. Specie ora che quella li sa che sono andata li. E' meglio nascondersi, immagino."
Sospira di nuovo e getta un ultima occhiata a casa sua, prima di voltarsi verso l'altra, in attesa che le faccia strada.
Edited by Lies - 25/1/2015, 17:08
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La libera dall'abbraccio, si alza e la conduce verso il centro.
Non fanno molta strada, poi Morgelyn apre la porta di una sala da tè e tiene aperta la porta per far entrare Alice.
L'ambiente all'interno è accogliente, fa abbastanza caldo e vengono accolte dai sorrisi delle giovani cameriere. Morgelyn, mentre aspetta che Alice entri, guarda all'interno per vedere se Roberto, il fatato che attende, è arrivato.. -
Funghettoberserker.
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Entra nella sala da te con un velo di timidezza e paura. Paura che i Patrizi possano riprenderla e riportarla nella sua "gabbia". Paura di ritornare un giocattolo nelle mani degli elfi. Paura di un sacco di cose. Sebbene il ritorno sia stato amaro, è probabilmente a metà dell'opera,no? C'è solo un intoppo, c'è solo una creatura che si frappone tra lei e il suo ritorno a casa. Deve solo liberarsene, tutto li.
Il problema è sempre quello però, in quelle situazioni: come?
Mentre rimugina cullata dall'amarezza, guarda le vetrine coi biscotti e i dolci. Dopo così tanto tempo, tutta quella mondanità è un sollievo. Forse il pensiero la farà sentire in colpa, ma il semplice fatto di tornare a guardare i dolci nelle vetrine, in un bar o sala da te in questo caso, e fare finta di non essere un giocattolo con le braccia a molla, un po soffoca il suo dolore. -
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Morgelyn entra dietro ad Alice. Le farfalle che turbinavano dietro di loro si allontanano, tranne due, una si mette sullo scollo della veste di Morgelyn, come una spilla e l'altra fra i capelli di Alice, come un fiocco colorato.
Un uomo stupendo, che le cameriere stanno divorando con gli occhi, è seduto ad un tavolo e fa loro cenno. Un velo di tristezza gli attraversa gli occhi alla vista di Alice. Si alza e sposa la sedia prima a Morgelyn e poi ad Alice per aiutarle a sedersi.
"Grazie."
Poi si rivolge piano ad Alice in modo che sentano solo loro tre:
"Alice, questo è Roberto. Come te è scappato da Arcadia, e come te, non ha nessuna voglia di ritornarci. Forse può aiutarci a capire cosa sia successo a casa tua. Intanto Ordiniamo, così smetteremo di essere al centro dell'attenzione della sala."
A voce più alta prosegue:
"Preferisci un tè o una cioccolata? Scegli liberamente che poi ordiniamo."
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Funghettoberserker.
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Nemmeno si rende conto che una delle farfalle è diventato un fiocco che le adorna i capelli. La sua guisa è quella che è, e il fatto che nessuno sembri notarla un po la mette a disagio e un po le mette sollievo. Non potrebbe vivere da nessuna parte se il suo vero aspetto fosse visibile a tutti. Fortunatamente, pare non essere così. Si volta nel vedere roberto, di così bell'aspetto eppure... beh, lo riconosce per quel che è. Un vortice d'emozioni si muove dentro di lei, poichè non sa come sentirsi, e lo si capisce dal viso. Tuttavia segue Morgelyn, mormorando un
"Grazie."
Imbarazzato al gesto dell'uomo. Ascolta le parole della donna e annuisce. E il semplice "ordinare" la stranisce. La guarda come se non comprendesse bene e... e' tutto troppo rilassato per lei. E' strano sentirsi fuori pericolo, o semplicemente essere tornati alla normalità. Magari non se ne è mai andata da Arcadia. Magari sta sognando mentre gli elfi stanno sostituendo le sue braccia con delle altre, più colorate e gioiose.
"Ciao."
Dice a Roberto, sempre imbarazzata. Deglutisce e alla fine chiede a Morgelyn se può avere della cioccolata calda. I piedi le fanno ancora freddo, che ci crediate o no.
Dopo un tempo relativamente lungo, si decide a raccontare la sua storia a Roberto. Gli parla di come è scappata da Arcadia, approfittando della distrazione dei suoi carnefici, del fatto che era un giocattolo ormai vecchio e non più divertente. Di come nella siepe si è graffiata la faccia, i piedi, le gambe e le mani, di come perfino i vestiti si siano lacerati. Di come ha incontrato Morgelyn, di come è stato il suo ritorno a casa.
"E ora sono qui."
Dice sospirando, riportando gli occhi su quelli dell'uomo.
"Come faccio, Roberto? Tu da quanto sei tornato? PErchè se è da molto, forse hai imparato qualche... qualche trucchetto, o qualcosa di simile.". -
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La cameriera si avvicina, Morgelyn ordina un tè alle rose, una cioccolata calda e due fette di torta. Roberto invece ordina un tè alla mela con pasticcini.
Appena la ragazza si allontana, Roberto cerca con delicatezza di rispondere alle domande di Alice.
"L'unico trucco è quello di restare insieme ai tuoi nuovi simili. Fra noi ci capiamo e ci sosteniamo. Non siamo tantissimi, ma ci organizziamo per affrontare il passato. La bambina che hai visto è stata lasciata dai Patrizi per rimpiazzarti. Lei ora vuole quel posto e non lo mollerà. C'è di peggio. Tutte le persone che ti conoscevano, non ti riconoscerebbero. Non vedono ciò che ti è stato fatto, solo noi lo vediamo, noi e qualche altro tipo di creatura, ma non ti vedono nemmeno per quella che eri. Vedono lei per quella che eri tu. Chiamiamo quelle creature Artifizio."
Arrivano le ordinazioni e tace per qualche secondo, sorridendo alla cameriera di rimando mentre questa dispone tè, cioccolata e dolci sul tavolo. Appena la cameriera si allontana, riprende a parlare.
"Se ti va puoi fermarti da noi, siamo una comunità di rifugiati da Arcadia. Cerchiamo di dimenticare creando gioia, quella gioia che a noi è mancata. Non voglio darti troppe informazioni tutte insieme, ma siamo la Corte di Primavera. Gestiamo una serie di locali pubblici, locali di divertimento o di svago, come questo in cui siamo o come la discoteca che c'è poco fuori città, sei troppo piccola per esserci stata. Morgelyn è già nostra ospite.". -
Funghettoberserker.
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Prende tra le dita la tazza di cioccolata, osservando con un certo distacco la cameriera che le sorride, o le altre ordinazioni. Non ha in realtà molta voglia di bere cioccolata, ma se lo farà piacere. Così soffia, forse un po svogliatamente, e infine beve a piccoli sorsi, mentre Roberto le spiega quello che sa. Lotta per trattenere le lacrime, perchè è già un po troppo grande per frignare come una bambina. Passi Morgelyn, ma Roberto... no, non vuole che anche lui pensi che sia solo una mocciosa. Cerca però di concentrarsi un po di più sulla sua guisa, per vedere in che modo lui è stato modificato.
Così, quando l'altro finisce di parlare e le fa quella proposta, la bambina volta il capo verso Morgelyn. Poi lo riporta sulla tazza di cioccolato. Sospira.
"Non è che abbia poi molta scelta, non saprei nemmeno dove andare."
Si stringe nelle spalle. Le sue braccia molli ed elastiche penzolano nello spazio che separa lei dal tavolo. Se si toglie il fatto che è frutto di una tortura crudele, quell'aspetto le dona. Ed è anche piuttosto allegro, in effetti.
"E poi, Corte di Primavera è un bel nome. Mi piace."
Sorride sinceramente, e forse questo è un risultato notevole, data la pessima, pessima giornata
"Quindi, quei cosi sono anche piuttosto comuni, se gli avete dato un nome. Ma non è davvero così difficile, no? Intendo... io sono ancora loro figlia, quella vera, per giunta! Non possono... accorgersi della differenza. Non avrebbe senso! Ci saranno altri rifugiati che sono riusciti a riprendere il loro posto. Vero?"
Giovane e ingenua, non tiene in considerazione molte, troppe cose. Ma è giusto così, dati gli anni che si ritrova. Lo sguardo che rivolge a Roberto è di supplica: è come se lo stesse implorando di dirle che si, qualcuno ci è riuscito. E che possibilmente sia finita bene.
"E come devo fare per... cioè, per fermarmi da voi? Io non ho nemmeno mezzo euro con me."
Bofonchia, scambiando la corte per una specie di hotel.. -
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Mentre Alice parla, Morgelyn e Roberto si scambiano frequenti occhiate. Ad entrambi si stringe il cuore pensando a cosa le abbiamo fatto e a quanto sia giovane. All'ultima frase Roberto sorride, di un sorriso amaro.
"Puoi restare da noi senza problemi e senza costi. Nessuno paga nulla. " poi prosegue.
"Gli artifizi sono uno per ciascuno di noi. Alcuni di noi li hanno combattuti e hanno vinto. Altri hanno perso. Altri hanno colto l'occasione per rifarsi una vita nuova di zecca... io appartengo a quest'ultima categoria. "
Edited by Lies - 25/1/2015, 17:00. -
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"Wow. Grazie. Ma non sono nata ieri: dov'è la fregatura?"
Domanda, inarcando un sopracciglio per guardare proprio Roberto. Ora che la tristezza si è assopita, potrebbe anche sembrare buffa.
"Hm. Beh, anche io mi libererò di lei, puoi starne certo. Devo solo trovare il modo."
E già adesso si sta arrovellando per pensare a come fare.. -
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"Fregatura? Uhm... beh, più siamo, più siamo forti... Poi saresti la più piccola del gruppo, potrebbe essere che prima o poi ci sia qualcun altro giovane come te che viene ritrovato, quindi potresti essergli d'aiuto, poi beh... non sappiamo come crescerai... "
Interviene Morgelyn:
"in pratica, cara, sei un caso interessante e non è detto che tu non possa renderti utile con altri changeling, questo è il vostro nome. E poi magari il tuo artifizio, essendo un bambino, magari è più facile da eliminare rispetto a quello di un adulto... non pensi, Roberto?"
Roberto pensa a quest'ultima possibilità, ma aspetta ad esprimersi per non illudere la piccola.. -
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"Più siamo forti?"
Ripete la bambina, che non sembra aver capito il punto di quella affermazione. Sembra comunque riflettere, spostando lo sguardo dall'uno all'altra. Riflette. Sul nome della sua razza, sulla situazione in cui ora si è cacciata. E' senza dubbio meglio della prigionia su arcadia. Ma, allo stesso tempo, è l'inferno se si paragona il tutto alla sua vita precedente. Ma quali altre scelte ci sono?
"... Ok. Ci sto. Ma io cosa... dovrei fare? E' una specie di adozione momentanea?"
Domanda, rivolta sia a Morgelyn che a Roberto.
"E' un gruppo che fa qualcosa di preciso tipo, non so, andare alla ricerca di quelli che sono ritornati? O semplicemente siamo tutti assieme? Intendo... Morgelyn, com'è che si dice?"
Chiede, guardando la donna con una richiesta d'aiuto negli occhi.
"Una comune?". -
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"Non è così semplice da spiegare... la forza del numero è data dal fatto che tutti temiamo di essere riportati ad Arcadia e speriamo che essendo in gruppo sia più difficile catturarci. Adozione momentanea... uhmmm in realtà sei libera di andare e venire, in pratica sei libera di lasciarci quando vuoi, anche se dubito tu voglia farlo, ma è per farti capire che non sei prigioniera. Poi sì... in pratica facciamo qualcosa di preciso: gestiamo locali in cui la gente si diverte o almeno si svaga. Questo ci aiuta a sopravvivere, se sei appena arrivata probabilmente non sai ancora che la prigionia ad Arcadia ci ha ripagato in qualche modo, una specie di risarcimento danni. Ci ha lasciato delle capacità speciali che si nutrono dei sogni, o meglio delle emozioni contenute nei sogni delle persone che ci circondano. "
Morgelyn ascolta e in alcuni momenti storce la bocca, associare le parole Arcadia e danno per lei è un ossimoro, ma osservando la bambina non può che dar ragione e ringraziare che ci sia un "risarcimento danni".
"Sì , piccola, direi che l'immagine di una comune rende abbastanza. anche se ciascuno ha un proprio appartamentino."
Poi si rivolge a Roberto: "Immagino che lei resti con me"
Roberto annuisce. Poi prosegue.
"Morgelyn, per quanto riguarda la sfilata di sabato sera è tutto organizzato. Porta anche la piccola, anche lei ha bisogno di svagarsi. Il nostro stilista ha creato delle opere incredibili...". -
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Inizialmente Alice non sembra affatto capire che cosa stia dicendo Roberto. Lo ascolta, ma la sua espressione si fa sempre più confusa mano a mano che va avanti. Poi le si accende la proverbiale lampadina.
"Oh, parli dei Contratti? Si, ho dovuto usarne qualcuno per scappare. Io... mi piace averne fatti. Forse... no, vabbè. Meglio lasciar perdere"
E' un discorso un po spaventoso. Insomma, ammettere che con quei contratti si sente più completa, come se compensassero i suoi arti artificiali. O forse servono a compensare quelli che ancora sono rimasti umani? Meglio non porsi nemmeno la domanda e fare finta di niente, in questi casi. Funziona sempre.
"Però non ho capito l'ultima parte di quello che hai detto. Come fai a mangiare le emozioni? Nemmeno si vedono. Prima E dice quella parola come se fosse infetta, lasciando un attimo di pausa per continuare "Non ne ho mai avuto bisogno. O almeno credo, magari non me ne sono mai accorta. Comunque mi piace di più l'idea di potermene andare quando voglio. Ah, senza offesa, eh! E' solo che ho un posto dove stare, finalmente."
E si volta per osservare Morgelyn, e subito sgrana gli occhi, incredula e sorridente.
"Avrò una casa tutta per me?" Ma lo stupore se ne va subito a sentire quel che dice parlando con Roberto. "Oh. Vabbè, va bene lo stesso, credo." Brontola, un po scocciata. Si vede che l'idea le piaceva.
"Quale sfilata? Cosa succede sabato sera? E poi oh, guarda che non sono "piccola", eh. Ho undici anni, mica sette."
Brontola di nuovo.. -
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“Certo, i contratti, non sapevo se ne conoscessi il nome. Non vergognarti ad usarli, non abusarne, ma usali, se ti serve. Sono un risarcimento danni, o almeno io li vedo così. Per la storia delle emozioni è un po' difficile da spiegare... Si tratta di una sorta di assorbimento passivo, in alcuni casi. In altri casi è un sistema più complesso, ma in ogni caso non reca danno ai donatori.”
Roberto e Morgelyn si scambiano frequenti occhiate alle esclamazioni di gioia/delusione della ragazzina.
“Avresti voluto una casa tutta per te? Da pulire, riordinare, cucinare? Almeno fino a quando non avrai riottenuto il tuo posto nella tua famiglia, deve figurare che tu non vivi da sola... Sei minorenne, avremmo un intervento dei servizi sociali, verresti data in affido, se non in adozione... Hai idea del casino che sarebbe, soprattutto nell’ottica di riprendere il tuo posto nella famiglia.”
Morgelyn interviene poi sul discorso della sfilata.
“Sabato sera c’è una sfilata di abiti in centro città. Sarà una cosa molto carina. Gli umani non lo sanno, ma è un evento particolare. C’è un sarto changeling che ha delle idee stupende, i maghi hanno creato delle opere carine mentre i vampiri e i mannari sono stati più.... banali...
Io mi sono occupata di una parte dell’organizzazione.“
Poi si rivolge nuovamente a Roberto.
“Tutto organizzato anche per la storia dell’altra fata? Io nel dubbio non toccherò, ne berrò nulla”. -
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"Vabbè oh, non dicevo mica sul serio, eh."
E invece l'idea le piaceva. Si ritiene in effetti abbastanza grande da badare a se stessa, ma l'idea di tutta quella roba che ha elencato Roberto le ha fatto passare la voglia istantaneamente.
"Starò con Morgelyn, se lei vuole."
E intanto però borbotta a mezza voce, perchè l'idea di avere una casa tutta per se le piaceva si.
Comunque sia li lascia parlare, e quando roberto spiega meglio la questione emozioni... lei alza le spalle. Non sa bene a cosa si riferisca, e probabilmente non sa nemmeno se ritenere la cosa importante o meno. E' un concetto forse troppo astratto, per lei.
Tuttavia sgrana gli occhi.
"Vampiri e mannari? Sono... sono anche loro scappati da Arcadia o sono altre cose?"
Un po sembra eccitata in effetti. Una festa è quello che le ci vuole forse. E' da anni che non ne vive una. Ed è un po come se fosse la prima volta in effetti.
"Mi ci porti, Morg? Possiamo?"
E sorride. Un sorriso furbo, di quelli che ti rifilano a tradimento i bambini, specie quelli che tendono a fare pasticci ovunque..
Persi e ritrovaticronaca changeling |
