Presentazione informale

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    Guardò Giulia con attenzione. Chissà cosa si celava davvero dietro a quelle parole che rimandavano a sensazioni di sollievo e speranza, pensò Havidian mentre ritornava a fissare il lento disfacimento della sigaretta.
    "Più di 1700 anni, che meraviglia...". Continuò a pensare completamente assorto mentre Giulia gli parlava. "Chissà quante cose avrà imparato, vissuto, quanti amori tra quelle lenzuola di seta, quante vite...gli imperi crollavano l'uno dopo l'altro mentre lui avanzava lento tra i secoli. Invece Giulia? Non gli ho mai chiesto quanti anni avesse. E il suo sire? Ancora più vecchio? Mio Dio..."
    Sconcertato nel notare che questi esseri avessero una sorta di coscienza e conoscenza continuativa di un modo sepolto dalle sabbie del tempo. Nessun libro antico o ritrovamento archeologico, paragonato magari alla magnifica scoperta del sarcofago di Tutankmon, poteva competere con le loro storie. Loro le avevano vissute sulla loro pelle ora immutabile e immortale.
    "Quindi l'imperatore Costantino amava "giocare" con la sua identità!?"
    Per un momento fu turbato all'idea di Costantino che nascondeva il suo volto tra la folla per seguirlo e magari durante il soggiorno a Treviri ci aveva anche parlato. Senso dell'umorismo o solo noia dei secoli?
    E il pensiero che qualcuno come Costantino potesse fargli una corte spietata nutriva il suo ego, come un neonato quando si aggrappa stringendo il seno della madre, e gli avrebbe fatto battere forte il cuore, se ancora fosse vivo.
    "E...Giulia, ne era gelosa?" pensò affascinato.
    Havidian ancora perso nel fiume dei suoi pensieri si avvicinò al tavolo e guardò le mappe. Acconsentiva con il capo alle varie spiegazioni che Giulia forniva sulla città, sull'Elysium e sulle altre creature soprannaturali che vi vivano. Poi parlò: non credo di aver sviluppato una vista abbastanza potente da poter identificare le varie creature. Ma credo che non mi mancherà il tempo...
    Rimase stupefatto da come i vampiri erano penetrati nel tessuto sociale degli umani, ottenendo diversi vantaggi. Vantaggi che andavano dalla politica, all'economia, alla giustizia fino a finire agli ospedali per una scorta di nutrimento. Avevano pensato proprio a tutto.
    Rientrando vi ho sentito parlare di un certo VCO...cos'è? Chiese timidamente. Sono solo curioso, disse alzando le spalle, voglio solo sapere come fare per sopravvivere più a lungo possibile senza pestare i piedi a nessuno, o almeno, fino a quel momento indicando con il dito la zona del centro mentre il suo sguardo andava a posarsi sulla sigaretta ormai spenta.

    Edited by Havidian Dostyan - 16/4/2016, 22:47
     
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  2. Giulia DeSanctis
     
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    In teoria, il tempo non dovrebbe mancarti... cerco di fare in modo che non ti finisca all'improvviso... concludecon un smorfia.

    VCO? Giulia prese un'altra cartina, molto più grande questa volta. La cartina rappresenta una buona parte del Piemonte orientale e un piccolo pezzo della Lombardia. Indica con il movimenbto circolare di un dito un'area, a nord della mappa. Si vede chiaramente che è una zona prevalentemente montuosa e collinare. Sono indicati diversi laghi.
    Questo è il VCO. E' una zona parzialmente sotto il nostro controllo. In teoria lo sarebbe, in pratica molte cose ci sfuggono in quell'area. Da poco manca chi possa gestire l'area. Essendo una zona di confine rappresenta un problema il fatto che non possa essere gestita interamente.

    Interviene Thomas

    Dama Giulia Vi si reca di continuo, facendo le veci del Priore e di fatto governandola. Ma non può stabilirvisi in maniera continuativa. Stiamo cercando fra gli Anziani qualcuno che possa occuparsene. Abbiamo solo la collaborazione dei Lupi che potrebbero collaborare da un momento all'altro con qualcun altro.
     
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    Uhm...annuì con la testa, celando la strana oppressione che l'aveva attanagliato sulla natura della sua immortalità.
    Cosa impedisce di stringere un'alleanza con i mannari? Guardò entrambi negli occhi e riprese a parlare con tono innocente: quello che voglio dire è che potreste dividere il territorio con loro. Questo vi garantirebbe di controllare in modo diretto che indirettamente il territorio. Insomma mi pare di capire che questo territorio di confine potrebbe essere rivendicato da un estraneo per una posizione di controllo vacante, quindi quale migliore soluzione quella di prendere due piccioni con una fava? Un territorio per i mannari che vi aiuterebbero a mantenere sicuri i confini con un trattato di pace ferreo e duraturo da brandire in qualunque momento verso una minaccia che potrebbe incombere da qualunque lato. Insomma, un modo per comprare la loro lealtà. Tutto ha un prezzo, lo so bene disse con un fredda sorriso allargando le braccia, mentre voi di concerto potreste addentrarvi ancora più in profondità negli ingranaggi sociali di quel territorio, praticamente indisturbati. Insomma anticipare le mosse...
    Parlò d' stinto ma con lucidità e fermezza e non si vergognò affatto delle sue parole. Non aveva nulla da recriminare contro i Mannari o verso le altre strane creature soprannaturali. Lui era diverso, come erano diversi tutti gli altri, ma erano tutti mostri agli occhi degli umani.
    E' come giocare a scacchi, muovendo un pezzo importante ma sacrificandolo per avere un vantaggio posizionale sulla scacchiera, anticipando così le mosse dell'avversario.
    Aveva voglia di un'altra sigaretta, sicuro che non averebbero prestato ascolto alle sue parole. Che ne poteva sapere lui, uno appena nato nella notte eterna, di queste cose? Sorrise riempendosi i polmoni di fumo.

    Edited by Havidian Dostyan - 20/4/2016, 16:14
     
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  4. Giulia DeSanctis
     
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    Abbiamo già un patto con i mannari. Noi ospitiamo dei branchi nelle aree in cui siamo più numerosi, qui ad esempio ne abbiamo due a poca distanza, e loro ospitano un nostro nido in quell'area dove loro sono più numerosi. Il problema è che il nostro nido, ora, è vuoto. Abbiamo avuto qualche problema e beh... il nido si è svuotato. Ci vuole un'altra chioccia per i pulcini. Servirebbero anche dei pulcini, in effetti.

    Altri esterni potrebbero offrire qualcosa che ai mannari interessa di più, magari anche solo in quel preciso momento, e insediarsi nel territorio.

    Giulia guarda Thomas e poi si rivolge nuovamente a Havidian:

    Hai buone doti politiche, bene. Serviranno anche quelle.
     
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    Prima di rispondere, Havidian emise una nuvola di fumo e la guardò allargarsi verso il soffitto. Poi guardò Giulia inchiodandola con lo sguardo, ma non c'era traccia di accusa o risentimento.
    Per uno come me, un figlio della strada, cambiare un tetto notte dopo notte era all'ordine del giorno. Anche avere del cibo sotto i denti non era scontato. Anzi...finì di parlare guardando il fumo che si disperdeva.
    Capire al volo questi meccanismi è stato vitale. Capire chi comanda, cosa dire ma soprattutto quando dirlo, si trattava di sopravvivenza. E' un po quello che succede fra bande rivali che si spartiscono il quartiere mantenendo gli affari separati e all'occorrenza fare fronte comune.
    Era la prima volta che Havidian parlava così apertamente della sua vita di strada fatta di stenti e rinunce. Lo si vedeva spesso sorridere, il tipico ragazzo che addenta, letteralmente, la vita. Difficile pensare che potesse aver vissuto tali vicissitudini.
    Ma...ehi! Esclamò come folgorato. Che significa quando dici, serviranno, muovendo le dita in aria disegnando delle virgolette.
    Ci stiamo trasferendo? Attese la risposta con un sopracciglio alzato.
     
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  6. Giulia DeSanctis
     
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    Una cosa in cui siamo bravi, è la politica, la mia discendenza solitamente con il mezzo dell'arte si sposta diplomaticamente., raccoglie informazioni o ne rivela, non necessariamente tutte esattamente vere, ma le informazioni sono importanti. Le tue doti, anche il sapere se tacere e quando, possono esserti utili. Oggi o fra 20 anni, poco importa al momento. Ti sarà utile per la tua carriera diplomatica. Abbiamo vite lunghe, non ha senso viverne solo un parte. Viviamo a più livelli.

    Mentre Giulia parla, Thomas sussurra "Spie"

    Giulia annuisce in sua direzione e continua.

    "No, non ci trasferiamo. Ma capiterà di viaggiare, e di sicuro tu viaggi con me. Non posso fidarmi a lasciarti qui."

    Si rende conto che le sue parole possono essere male interpretate e aggiusta il tiro.

    Non è di te che non mi fido, ma ci sono delle sparizioni di giovani, negli ultimi tempi. Preferisco che tu sia sotto la mia protezione. Conclude indicando i suoi occhi come a dire "che io possa vederti"
     
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    Rimase affascinato quando Giulia definì in un certo senso il concetto di immortalità. Vivere a più livelli pensò assorto, ma non riuscì a cogliere la lungimiranza di quelle parole, percepiva ancora il mondo con gli occhi miopi di un mortale.
    Mi rimetto nelle Vostre sapienti mani. disse inclinando di poco la testa. Alcune volte gli veniva spontaneo mostrare un senso di estremo rispetto verso Giulia, il suo Creatore. Colei che l'aveva reso immortale.
    Mi rendo conto di essere, come lo definite voi? Ah si, un Neonato...ma non finì la frase e piegò gli occhi verso il basso e fu oppresso da alcuni torbidi pensieri e rimase così per qualche istante mentre cercava di trovare le parole giuste e in fine parlò.
    Thomas, perdona la mia mancanza di rispetto, ma se non è troppo disturbo per te o se qui avete finito vorrei parlare di alcune questioni con il mio Creatore. Scelse di proposito di non chiamarla per nome. Voleva che la sua richiesta fosse caricata di autentica formalità e impellenza. Non poteva più attendere, voleva sapere il perchè. Sapeva che mancava ancora un'ora prima che il sole ammantasse la città con i suoi raggi ora letali, ma percepiva, non esattamente come, che era il momento giusto per parlare con Giulia.
    In caso contrario vi chiedo scusa, per la mia sfacciataggine, di aver preteso una simile richiesta. Fece un passo in avanti verso i due vampiri pronto alle conseguenze di qualunque esito avessero deciso.
     
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  8. Giulia DeSanctis
     
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    Mi sembra giusto. Molte questioni riguardano voi e non me.... Giulia riprendiamo il discorso domani. Magari nel frattempo qualcosa si è smosso. Dubito, ma non si sa mai.

    Thomas si allontana, dopo aver fatto un inchino formale a Giulia che risponde con un altro inchino, altrettanto formale, allargando i lati della gonna.

    Giulia Guarda Havidian e lo incalza.

    Allora, dimmi, cosa ti preoccupa?
     
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    Guardò Thomas allontanarsi e quando lo vide sparire oltre la porta si allontanò da Giulia e accese nervosamente un'altra sigaretta. Dovette provarci diverse volte, perchè le mani gli tramavano e l'accendino sembrava ballare tra le dita.
    Perdonami, ma voglio essere completamente franco nei tuoi confronti...
    Si arrestò bruscamente, le mani tramavano e lui era in preda all'angoscia. Ti prego solo di non interrompermi fino alla fine e ti chiedo scusa fin da ora se dirò cose che ti feriranno... Involontariamente fece un profondo respiro, memoria delle vestigia umane e continuò a parlare cercando di mantenere un tono di voce contenuto e fluido.
    Perchè io? Voglio dire perchè mi hai scelto? Sono combattuto, delle volte mi sembra aver ricevuto una benedizione, altre invece una maledizione senza fine. Mi sembra di essere finito in una fossa di serpenti velenosi pronti a colpirti e ucciderti al minino movimento. Delle volte mi sento potente come un dio, ubriaco di questo Dono Oscuro altre volte mi sembra una condanna. La bestia, il sangue, la sete. Andare a dormire poco prima dell'alba in risposta a chissà quale strano antico istinto predatore.
    Le parole fuoriuscivano veloci e concitate, cariche di passione e di malessere, mentre percorreva la stanza da un lato all'altro a grandi passi, rivolgendo pochi sguardi a Giulia. Poi continuò a parlare come un fiume in piena che aveva rotto gli argini.
    Non ti sto dando alcuna colpa, che sia chiaro, anche se onestamente non saprei se darti una certa responsabilità e sgravarmi di questo peso oppure condannare me stesso. Fece una pausa mentre aspirò lungamente la sigaretta: ho solo paura, ho una fottuta paura. Ecco perchè ho mandato via Thomas, perchè ho paura che mi veda debole e pieno di incertezze. Da quello che ho compreso sulla nostra natura di Dannati è che non puoi mostrare paura e debolezza. Capisci? Ho sofferto tanto la solitudine quando i miei genitori sono morti e le cose non sono cambiate nemmeno dopo. Fece una pausa e guardò Giulia negli occhi, ma non riuscì a trattenere la compostezza che avrebbe voluto, così due lacrime rosso cremisi rigarano il suo volto. Continuò a parlare serrando la mascella incurante di essersi completamente aperto, e ora sfogava tutta la sua insicurezza, tergendosi con la mano le lacrime.
    Anche dopo la morte del mio maestro Totenberg sono stato cacciato dalla sua casa come se fossi stato un ladro, una persona meschina e cattiva, che l'avrebbe convinto in modo subdolo e lascivo a lasciarmi il suo violino. Ho impiegato molto tempo ad abituarmi all'idea di non possedere nulla, se non il presente. Non avevo soldi, cibo, amici ma solo un violino che se solo avessi voluto avrei potuto vendere e ora vivrei di rendita stando comodamente a gambe incrociate su un'amaca mentre bevo succo di cocco. Ma venderlo sarebbe stato l'equivalente di vendere la mia stessa anima, se ancora ne ho una.
    Ora mi trovo risvegliato in questa nuova vita...di eterna notte. E ho paura. Ho paura che questa immortalità possa finire da un momento all'altro, in cenere come questa sigaretta. Prese la sigarette tra l'indice e il pollice e la mostrò a Giulia, mentre della cenere cadeva senza suono sul pavimento.
    Ho paura di un tuo abbandono, ho paura delle lusinghe di Costantino. Perchè mai dovrei essere interessante a una creatura che ha 1700 anni. Cosa mai potrei offrire? Ho paura di essere solo un piacevole e fugace sollazzo nella tua eternità. Quelle parole furono autentiche pugnalate, ma si era promesso di dirle tutto ciò che provava, tutta la verità.
    Si avvicinò a Giulia e guardandola negli occhi disse: non ho la minima idea su come funzioni una mente che ha cavalcato i secoli.
    La sua voce era tesa come le corde del suo violino, ma continuò a parlare con un tono deciso e senza tentennamenti.
    Dopo essere stato alla corte di Costantino ho percepito una strana sensazione, che in certo senso ha cambiato il mio modo divedere le cose. Forse è perchè avverto ancora i resti delle mie vestigia umane?.
    Non sapeva come esprimere il concetto e si toccò le labbra con le punte delle dita prendendosi del tempo per afferrare il concetto ed esprimerlo in modo coerente.
    Mi sento come un serpente che striscia silenzioso nel giardino dell'Eden. Ecco si. Un predatore, no anzi...il predatore. Ho avuto modo di parlare, seppure scambiando brevi e stupidi convenevoli, con diversi vampiri del Principato di Trevirti, e ho avuto l'impressione che noi vampiri fossimo destinati a essere, in un modo o nell'altro, predatori solitari, gelosi del loro territorio. Che cercano di tanto in tanto la compagnia dei loro simili nella stessa misura in cui una pantera ne cerca un'altra nella giungla. La solitudine Giulia.
    Ho visto vampiri che erano letteralmente schiavi di altri, perchè una volta per potenza inferiore, altre perchè rivestivano un ruolo sociale inferiore, insomma mi pare di aver capito che essere un vampiro è come vivere una eterna schiavitù sotto il giogo di un'altro. E' così che devo vivere la mia eternità? Come tuo schiavo? Perchè se io e te siamo eterni, la nostra distanza non si colmerà mai.
    Perchè mi ha scelto Giulia?

    Finì di parlare fissando la vampira negli occhi, ma le ultime parole fecero molta fatica ad uscire. Forse l'aveva ferita, ma non era di certo sua intenzione.
    Grazie per avermi permesso di parlare liberamente ora puoi anche distruggermi.Chiuse gli occhi e chinò il capo

    Edited by Havidian Dostyan - 22/4/2016, 12:33
     
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  10. Giulia DeSanctis
     
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    Si allontana dal tavolo, e si siede in poltrona.
    Come se fosse stato un segnale, un servo entra silenzioso e porta una tazza di te. L'odore della cannella che aromatizza il tè, si diffonde nella stanza. Il servo esce senza fare rumore. Il tutto avviene prima che Havidian cominci a parlare. Mentre il ragazzo parla, Giulia mescola il tè, non lo beve, lo avvicina un paio di volte alle labbra, ma le bagna appena. Attende che abbia finito e pondera le parole che vengono pronunciate.

    Come sei melodrammatico... tranquillo... i tuoi turbamenti sono perfettamente normali...

    Di solito per evitare questi problemi preferisco far passare allo stadio di Ghoul prima di avere un neonato, se ce n'è il tempo. Nel tuo caso non è stato possibile. Ti saresti abituato alla nuova condizione in maniera graduale. Sarebbe stato meno traumatico. Almeno, per quello che ricordo, per me lo è stato. Meno traumatico, intendo.

    Mescola ancora e sia bea del profumo della bevanda.

    Perché ti ho scelto.... Il tuo talento, unito alla tua bellezza già non comune di suo. Un talento come il tuo non poteva rischiare d fare una brutta fine. L'avresti fatta a breve. Certo, possiamo disquisire di filosofia, sul fatto che io ti abbia benedetto o maledetto... resta il fatto che io ti ho, e ci ho, fornito una possibilità di rendere il tuo talento eterno. L'eternità ha un prezzo, benedizione o maledizione sono in relazione al fatto che il prezzo sia troppo alto o meno, ma questo è strettamente personale. Per me non lo è stato, spero non lo sia per te.

    Cambi posizione con le gambe e continua:

    Serpenti pronti a colpirti... in realtà no... c'è solo un problema ultimamente con dei neonati e altre creature soprannaturali, c'è un Erode che fa fuori i giovani. In generale, comunque saresti al sicuro sia in città che fuori. E' una minaccia temporanea, appena l'abbiamo sistemata, siamo tranquilli tutti.

    Costantino ti vorrebbe come trofeo, da esibire e da sfruttare per accrescere il suo prestigio. L'anzianità è molto nella nostra società, ma non è tutto, anzianità a volte fa il paio con la saggezza, altre volte con ... demenza. Credo che Costantino sia saggio, per carità. Non n ti avrei lasciato con un folle. Ma il potere va mostrato, va sfoggiato, siamo in un mondo così... Ecco perché Costantino ti vorrebbe alla sua corte. Chiunque ti vorrebbe, per la precisione. Ma non intendo mollarti. Vorrei che questo ti sia chiaro, molto chiaro.

    Non sei un capriccio. Non faccio capricci, non sui neonati, almeno.
    alza la tazza di te mostrandola a Havidiian questo è il mio capriccio.

    Un capriccio l'ho fatto, ritenevo di essere in grado di scegliermi bene i neonati, per la prima volta che mi separavo veramente dal mio creatore e ho scelto qualcuno che lui non avrebbe approvato, proprio perché lui non l'avrebbe approvato. Ho fatto un errore enorme. E ci ho rimesso la faccia. Per recuperarla ho dovuto giustiziarlo. Da allora sto bene attenta a cosa faccio e soprattutto al perché lo faccio.

    Vampiri in schiavitù? Si li ho visti anch'io. Non mi piace come sistema. Preferisco un sistema più... umano. Anche qui ci sono gerarchie, ma spesso alle alte sfere, sono parzialmente dimenticate, salvo nelle situazioni formali. La corte di Treviri è più grande della nostra. In più è basata su un sistema romano di società. La nostra ufficialmente su un sistema rinascimentale, ma sia io che Thomas introduciamo spesso elementi più moderni. Idee illuministe, diciamo.

    Thomas ha una posizione superiore alla mia, ma a volte prevale il suo rango, altre volte la mia anzianità, la città è piccola, il sistema è fluido.


    Si alza e gli mette una mano sul braccio (è troppo piccola per arrivare oltre e non ha voglia di usare discipline).

    "E' normale che tu abbia paura e non farti problemi a chiedermi spiegazioni o a mostrare le tue debolezze con me. Capisco che tu non voglia mostrarne a Thomas e quindi ti esorto a non farlo in sua presenza. Soprattutto, di Thomas puoi anche fidarti, ma non farlo con gli altri... non sto proprio simpatica a tutti, io...
     
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24 replies since 30/3/2016, 22:02   315 views
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