Samael

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  1. Conradine
     
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    Nome: Samael
    Cognome: Ades
    Età: 26

    Virtù: Prudenza
    Vizio: Accidia


    Attributi fisici:

    * forza °°°
    * destrezza °°
    * costituzione °°°

    Attributi mentali:

    * intelligenza °°°
    * prontezza °
    * fermezza °°°

    Attributi sociali:

    * presenza °
    * ascendente °°
    * autocontrollo °°°


    Abilità fisiche:

    * armi da mischia °
    * lotta °°°

    Abilità mentali:

    * accademiche °°°
    * informatica °
    * medicina °°
    * occulto °°°
    * scienze °°

    Abilità sociali:

    * empatia °°
    * espressività °°
    * persuasione °
    * sotterfugio °°

    Specializzazioni:

    * occulto (demonologia)
    * accademiche (teologia)
    * lotta (colpo mirato)

    Pregi:

    * stile di combattimento - pugilato °
    * stile di comattimento - kung fu °°
    * lingua straniera - inglese °
    * medicina olistca °°°


    Vantaggi:

    - Difesa: 2
    - Salute: 8
    - Iniziativa: 5
    - Moralità: 7
    - Taglia: 5
    - Velocità: 10
    - Volontà: 6


    DESCRIZIONE FISICA

    Lunghi capelli castani, barba piuttosto folta, occhi scuri tra il verde e il marrone. Statura medio-bassa (poco meno di un metro e settanta), tarchiato; una muscolatura molto compatta, non enorme (circa 80 kg),coperta da un leggero strato di grasso; ossatura robusta condizionata ed inspessita da un allenamento meticoloso. Non ha piercing ne tatuaggi e porta occhiali da vista.


    DESCRIZIONE CARATTERIALE


    La sua Virtù di definizione è la Prudenza. Alla radice è una persona equilibrata, amante delle comodità e della vita semplice. Se necessario è in grado di lavorare piuttosto duramente e a lungo fintanto che serve per realizzare i suoi obiettivi ma di certo non si diverte nel farlo: preferirebbe piuttosto trovare il modo di delegare la parte più gravosa a qualcuno di più volenteroso e/o competente. La sua idea di scopo da raggiungere va al di là dei bisogni immediati e dunque cerca di creare per se stesso qualcosa che duri nel tempo. "Vivere alla giornata" rappresenta l'esatto contrario della sua filosofia: il suo maggiore bisogno nella vita è circondarsi di stabilità e sicurezza. Detesta visceralmente l'irrazionalità, convinto che il comportamento impulsivo e la mancanza di lungimiranza siano i peggiori mali che affliggono il mondo. Si tratta inoltre di un individuo estremamente introspettivo, abituato a scavare in se stesso a lungo e profondamente. Sa di possedere una scarsa intelligenza emotiva e di essere poco intuitivo, lacune che cerca di compensare attraverso una fredda analisi delle varie situazioni. Dopotutto, l'unica occasione in cui ha dato retta all'istinto stava per costargli l'anima, o almeno la salute mentale.

    Il suo Vizio di definizione è l'Accidia. Di indole gregaria, non è tipo da assumersi volontariamente responsabilità gravose. Frequentemente attirato dalle persone più brillanti e carismatiche, tende a cercare di porsi nella loro scia in maniera da ridurre lo sforzo necessario nel progredire. Ben difficilmente tuttavia si troverà ad abbracciare con troppo zelo una causa: non ama esporsi e preferisce mantenere un basso profilo, uniformandosi all'ambiente e al contesto.
    Detesta il cambiamento repentino ma piuttosto che battersi per impedirlo ha sempre trovato più facile accordarsi, adattarsi, alla bisogna anche sottomettersi; in breve, ritiene più conveniente adeguare se stesso alla situazione in cui si trova che tentare di adattare la situazione ai suoi desideri.
    Non che questo non gli causi una certa frustrazione: questo desiderio di rivalsa a lungo represso lo induce sempre più spesso a formulare strani pensieri. Ciò che segretamente desidera è venirsi a trovare in un contesto dove poter dare libero sfogo alla sua rabbia e ai suoi desideri più oscuri, ma in relativa sicurezza, forse con il benestare di un'autorità superiore.


    BACKGROUND


    "Anonima" è l'aggettivo migliore per descrivere l'esistenza vissuta da Samael, dal giorno della sua nascita sino a quello del suo arrivo a Roma. Nato ad Aosta, ha trascorso l'infanzia e la giovinezza passando da un paese e l'altro, da una scuola all'altra, costretto a seguire gli spostamenti della sua famiglia dovuti a necessità lavorative e problemi economici. Chiuso e timido per natura, non riusciva ad adattarsi ai continui cambiamenti nell'ambiente, finendo col rimanere costantemente solo e col divenire il bersaglio prediletto dei bulli, figure che non sembravano mancare in alcun contesto e coll'essere irresistibilmente attratti da quel ragazzino grassottello ed introverso. Samael non era aggressivo o instabile: semplicemente, sembrava mancare di quella comprensione istintiva delle regole che governano l'interazione tra persone che i ragazzi normali maturano durante l'infanzia e l'adolescenza. A peggiorare le cose, è sempre stato caratterizzato da una profonda pigrizia, che lo portava ad applicarsi negli studi solo quel minimo indispensabile per arrivare alla sufficienza, e a trascorrere seduto di fronte alla playstation il tempo che gli altri passavano giocando all'aperto.

    In realtà la sua infanzia non fu sotto alcun punto di vista traumatica: non ebbe mai modo di provare sulla propria pelle gli eccessi di crudeltà di cui l'essere umano è capace, ricevendone piuttosto degli assaggi,un poco per volta,nella forma delle burle crudeli dei ragazzi o delle meschine ipocrisie degli adulti.Tuttavia, molto del suo tempo andava sprecato in una vana quanto febbrile preoccupazione, perso in ragionamenti inconcludenti, mentre in lui andava radicandosi un risentimento insofferente verso i propri simili, di cui si rendeva conto di non comprendere il comportamento,l'ostilità irrazionale e l'amore per la violenza. La sua opinione della razza umana non è mai stata molto elevata.

    La situazione non sembrò cambiare sino gli anni del liceo, durante i quali le cose cominciarono ad andare meglio. Sebbene rimanesse comunque piuttosto silenzioso e taciturno, non era così sgradevole o inopportuno da risultare insopportabile, ed ebbe modo di smussare almeno in parte gli aspetti peggiori della propria personalità. Si fece così alcuni amici ed iniziò a trascorrere del tempo in loro compagnia. Durante questo periodo, iniziò a mostrare interesse nei confronti del mondo dell'occulto, in particolar modo il fenomeno del settarismo satanico che, a detta di alcuni, coinvolgeva una fitta rete di cellule clandestine e semi-clandestine estesa in tutta Italia. Per i suoi 18 anni divenne una specie di esperto nel settore, leggendo i giornali che parlavano del fenomeno e diversi libri dedicati all'argomento. Intervistò perfino un sedicente "superstite" di una setta per conto del giornale della scuola. Gli sembrava incredibile l'idea che la gente potesse credere sul serio nell'esistenza di un angelo caduto al quale diabolici cultisti sacrificavano neonati.

    Iscrittosi successivamente alla facoltà di Scienze Politiche, Samael non si dimostrò uno studente eccezionalmente brillante ma scoprì di essere in grado di padroneggiare le meccaniche della burocrazia accademica con una certa facilità. Comprese quali corsi si sarebbero rivelati abbordabili e quali era invece meglio evitare non solo in base alle proprie attitudini ma anche osservando quali erano i docenti meno esigenti o suscettibili a richieste per crediti extra (per i quali riciclò articoli e temi scritti anni prima). Scoprì anche di possedere una certa propensione per la retorica e, sebbene questo non gli fosse di molta utilità nei rapporti interpersonali, la sua eloquenza fece crescere i suoi voti fino ad un livello dignitoso. Continuò a giocare sul sistema fino alla fine del triennio, quando comprese che avrebbe dovuto presentare e discutere di fronte ad un comitato di professori una tesi che non aveva alcuna voglia di scrivere. Tuttavia, aveva ancora un trucchetto nel suo cilindro.

    Nel corso degli anni, malgrado la sua apatia, aveva effettivamente appreso alcune cose interessanti. Una di queste è che la demonologia è un campo di studi reale, e che esistono davvero persone che hanno dedicato la vita al suo studio. Iniziò una ricerca sulle evocazioni demoniache e la pratica della cosiddetta Goetia, l'arte di invocare e sottomettere gli spiriti maligni, dicendosi che se pure si fosse rivelata una completa bufala avrebbe comunque avuto abbastanza materiale su cui lavorare per comporre la sua tesi. Da qualche parte nell'animo, tuttavia, sentiva che tali entita DOVEVANO esistere. La notte prima di presentare la sua dissertazione, eseguì un complesso rituale nella sua stanza, tracciando con il gessetto un glifo sulle assi di legno del pavimento, recitando complesse liturgie in greco ed in latino, poi chiese allo spirito invocato aiuto per il giorno successivo. Non vi furono lampi, fiammate o puzzo di zolfo, ma avvertì distintamente una sensazione di risposta, che gli fece gelare il sangue nelle vene. Il giorno dopo presentò la sua tesi, e pur sapendo di aver realizzato un lavoro pessimo ed abborracciato, ricevette comunque il massimo dei voti.

    L'esperienza lasciò notevolmente turbato il giovane, che per diversi mesi cadde in uno stato quasi catatonico. Aveva la netta sensazione di aver giocato col fuoco, e di essersi bruciato fino all'osso. Fino a quel momento praticamente ateo, iniziò a preoccuparsi dello stato della sua anima, chiedendosi se non se l'era giocata in cambio di un inutile pezzo di carta. Le sue preocccupazioni lo inseguivano nei sogni, tormentandolo con incubi di fuoco e dannazione eterna. I suoi familiari cercarono inutilmente di convincerlo a ricorrere all'aiuto di uno psicanalista, incapaci di comprendere cosa lo angustiasse. Infine fu il suggerimento quasi ironico di suo zio, che propose di convocare un esorcista, a far scattare una molla nell'animo di Samael. In preda alla disperazione si rivolse alla Chiesa, trovando conforto nell'atto di costrizione assegnatogli dal suo sacerdote come penitenza, e cercò ulteriore rassicurazione entrando in seminario.

    Da quel giorno la sua condotta cambiò notevolmente. La paura della morte e della dannazione che sospettava spettargli qualunque cosa avesse fatto lo condussero a profondere negli studi teologici un'energia che non sapeva di avere, e a prendersi cura maniacalmente del proprio corpo e del suo stato di salute nel tentativo di guadagnare tempo prezioso. In precedenza alquanto in sovrappeso, arrivò presto a stabilizzarsi solo qualche libbra al di sopra del proprio peso forma. Trascorreva la maggior parte del suo tempo libero in meditazione, pregando o allenandosi, spesso al solo scopo di tenere impegnata la mente in modo da non pensare troppo ai demoni - sia quelli all'Inferno che quelli nella sua mente. Col tempo finì con lo sviluppare una notevole capacità di astrarre e distaccare la mente dal contesto in cui si trova, cosa che gli conferisce un considerevole autocontrollo ma lo fa anche apparire talvolta distratto o assente. La patina di socievolezza sviluppata durante il liceo si dissolse in un istante, bruciata da un senso di oppressione che lo rendeva alieno e persino inquietante ai pochi che ancora gli rivolgevano la parola. Era come se una sorta di alone sinistro lo circondase in ogni momento.

    Durante questi anni trovò un certo sollievo alle sue paura nella cura del proprio corpo. Spese diverso tempo interessandosi di medicina e prevenzione, in particolar modo i trattamenti e le metodiche di allenamento atte a prevenire quei malori capaci di stroncare un uomo in maniera fulminea. Allenamenti meticolosi, condotti con pazienza e prudenza estreme, gli consentirono di raggiungere una forma fisica molto buona senza incocciare negli infortuni che colpiscono la maggior parte degli atleti. Tale scrupolo era dovuto sia al desiderio di preservare il più a lungo possibile la propria salute che ad una istintiva avversione nei confronti del dolore.

    Tirò avanti in questo modo fin quasi al termine degli studi, isolandosi quanto più possibile da quelli che sempre meno gli apparivano come suoi simili e rifugiandomi nell'immaginazione,nella letteratura e nella preghiera.La sua fede era qualcosa di incerto, un giorno si consumava nell'idea di un Dio vendicatore pronto a reclamare la sua vendetta contro ogni infimo torto,il giorno dopo chiedeva soltanto un pò di pace per il suo animo in perenne subbuglio; tuttavia le sue preghiere non ricevevano alcuna risposta.E poi,senza preavviso alcuno, ebbe una sorta di epifania.

    Ogni ideale,ogni dogma,ogni concezione di giusto o sbagliato apparve per ciò che era veramente: un vuoto costrutto umano.Ogni fazione e sistema pareva avere la propria personale visione di ciò che era giusto o sbagliato e nessuno di essi avrebbe mai ceduto di un millimetro sulle proprie posizioni.Il mondo non era che un luogo cupo ed inospitale dove l'unica legge che regna sovrana è quella del più forte e di fronte all'alternativa tra adeguarsi a questa legge o soccombere, Samael scelse deliberatamente di adeguarsi meglio di chiunque altro.

    Imparò a fregarsene di tutto. Smise di preoccuparsi del mondo e del comportamento della sua razza, smise di considerare "sbagliata" o ingiusta questa sorta di crudeltà innata così comune e diffusa ed abbandonò definitivamente l'idea di un'autorità divina pronta a giudicarlo. Se davvero era dannato, così era per ogni altro essere umano, senza eccezioni, per cui non avrebbe più cercato alcuna forma di redenzione e si sarebbe dedicato unicamente a se stesso e ai propri progressi.
    Fu quindi senza esitazione e rimpianto alcuno che abbandonò il seminario pochi mesi prima della sua conclusione, tagliando definitivamente i ponti con i pochi conoscenti e persino con i familiari. Lasciò la regione senza lasciare recapito, passando da un lavoro all'altro e attendendo la propria occasione. Di recente ha preso in affitto un appartamento nella città di Novara e trovato impiego come buttafuori in un locale notturno.

    Un posto buono come qualsiasi altro per ricominciare.

    Edited by Conradine - 28/1/2013, 16:46
     
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    trave portante del gioco

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    Ok... ma Novara è in Piemonte...
     
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  3. Conradine
     
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    Ed io sono sempre stato scarsino in geografia.... :cry:
     
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    trave portante del gioco

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    tranquillo non sei l'unico... va ance detto che noi novaresi siamo più lombardi che piemontesi, come dialetto, come tradizioni... in effetti siamo in Piemonte da 180 circa... per il resto la nostra storia è la stessa di Milano
     
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3 replies since 25/1/2013, 20:44   45 views
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