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Il cielo viola-giallo-verde non fa capire se si tratti di giorno o notte. Un passo pesante si avvicina. Il rumore di un chiavistello tirato rompe il silenzio. Altri passi pesanti. Altro rumore di chiavistello. I passi arrivano anche alla alla porta della tua cella. Il rumore del chiavistello è nitido. La porta vibra. I passi si allontanano e si sente il rumore di altri chiavistelli. Molti altri chiavistelli. 
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baakzavuv.
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Seduto a gambe piegate, in una posa che ricorda il fiore di loto, ma decisamente mento composta, e con le gambe che non costringono a sforzi eccessive le giunture che le tengono ancorate al corpo. Giusto un paio di pantaloni neri e delle calzature particolari, bizzarre per chi non ha soggiornato ad Arcadia, gli vengono lasciati come oggetti personali.
La schiena è nuda, ingobbita, e la pelle grigiastra riflette pienamente i fasci di luce il che le fa assumere apparentemente quelle varie sfumature cromatiche. Numerose ciocche dei capelli unti e sudici penzolano davanti agli occhi gialli, ostacolandone un poco la vista, ma la cosa non sembra dargli alcun fastidio. Gli occhi lentamente scorrono lungo il pavimento e si posano sulla porta non appena sente i rumori.
Fa una smorfia, si direbbe appena infastidito, e invece... il flusso di pensieri che lo tiene vivo, ancora ancorata alla realtà al di fuori di questo mondo allucinante, casa sua, Novara, il motorino che guidava da piccino, Claudia... è stato interrotto. L'impulso omicida nei confronti di chi si trova al di là della porta viene sfogato con il tendersi di un angolo della bocca, solcando il viso con un bizzarro sorriso.
In inquieta attesa, pur rimanendo quasi immobile, attende il palesarsi del carceriere.. -
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Al centro dello spiazzo davanti alle celle si pone il carceriere, lo stesso che ha visto diverse volte durante gli allenamenti. Un essere la cui forma non è del tutto definita, grosso è dir poco. calvo, certamente, 4 braccia e altrettante gambe, con muscoli che sono sconosciuti ai trattati di anatomia; a petto nudo e con calzoni alla cintola, ammesso che di petto e di cintola si possa parlare.
"Tutti qui! Mie lame! Avete un'occasione unica!". -
baakzavuv.
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Punta i piedi a terra e si alza in piedi senza darsi alcuno slancio con il busto o aiuto con le braccia, ma solo con lo stendere della gambe. Non sembra essere molto convinto dell'invito, avanza infatti con la giusta cautela e passo leggero. Sfiora con le dita la porta della cella, attende un momento prima di spingerla e di sortire nello spiazzo, quindi va, con fare marziale, ma con nessuna fretta, verso l'omone, con l'intento di fermarsi a debita distanza. . -
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Come lui, chi con più baldanza, chi con più prudenza, altri soldati sono usciti dalle loro capanne. Alcuni hanno gli occhi fissi sull'omone, altri si guardano intorno cercando sul volto del "compagni" una risposta alla domanda che martella i loro cervelli "Perché? Che cosa vuole?"
L'omone Intanto, li guarda ad uno ad uno e attende che siano sullo spiazzo davanti a lui prima di parlare:
"Vi viene data un'occasione unica e un'unica occasione" fa una pausa per far assimilare il concetto.
"Dobbiamo difendere Arcadia" altra pausa
"Infide fate senza terra, vogliono usurpare la terra del nostro amato sovrano" ulteriore pausa
"Siete stati allenati per questa evenienza, e ora il tempo di rendervi utili è giunto. Tornerete alle città in cui abitavate prima. Combatterete i senza terra prima che si avvicinino ai confini"
Attende le urla di giubilo che stranamente tardano.... -
baakzavuv.
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Osserva i compagni, scorre rapidamente su di loro prima di riposarsi sull'uomo. La domanda che gli balena in testa è ovviamente la stessa dei suoi fratelli in armi. Si umetta le labbra prima di parlare.
Il capo è leggermente chino, in segno di riverenza, ha avuto modo di imparare cosa succede a chi ostenta troppa spavalderia, tuttavia e decisa, salda, propria di chi è conscio delle sue capacità.
Ascolta il discorso e uno strano luccichio compare nei suoi occhi. Le labbra si distorcono in un bizzarro sorriso.
Finalmente
Sussurra. Quasi non riesce a credere ad una dichiarazione del genere, anzi, il sorriso svanisce, non ci crede, ma forse è l'unica occasione che ha da poter sfruttare a suo vantaggio. Alza il pugno e lo agita, poi tuona, cristallino:
Per il nostro signore!. -
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"L'occasione di servire il vostro signore, L'occasione dii tornare alla vostra terra d'origine, l'occasione di essere eroi." Scruta il soldato da cui proviene la voce
"Ti pare poco?"
"Attraverserete la siepe senza che la siepe vi ferisca, valicherete i confini, senza che i confini vi tocchino, passerete le acque senza che le acque vi bagnino"
Li guarda tutti schierati.
"Così è deciso!". -
baakzavuv.
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SPOILER (clicca per visualizzare)mannaggia a me che modifico i messaggi
Scuote il capo quando gli viene rivolta la domanda, e si impettisce poco dopo. Un altra occhiata ai compagni per vedere la loro reazione e valutarne la risolutezza, quindi torna immobile in posa marziale, in attesa dell'ordine decisivo.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)ehehehehe l'ho fatto anch'io!.
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"Prendetele vostre spade. i vostri scudi. vi accompagno al limitare del confine interno"
con queste parole il gigante a quattro gambe e altrettante braccia si avvia lentamente verso un lato dello spiazzo.. -
baakzavuv.
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Nessuno scudo per lui, ma solo due scimitarre. Le raccoglie dalla rastrelliera e le soppesa, quelle fide compagne, le testa facendole roteare fendendo l'aria prima di infoderarle lungo i suoi fianchi, poi si appresta all'uscita seguendo la processione dei compari. . -
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Il gigante mostruoso agguanta un bastone lungo e nodoso e, usandolo come appoggio, si avvia verso una bruma iridescente. Vi si inoltra, ogni tanto si guarda alle spalle per vedere se i soldati lo seguono. In realtà controlla solo se qualcuno di loro resta indietro o tenta altre strade o è intenzionato a fare scherzi.
Prosegue per un paio di km, o almeno è quello che parrebbe, poi si ferma, si volta e guarda i soldati che l'hanno seguito fi lì. Alle sue spalle si para in tutta la sua magnificenza, la Siepe.
"Da qui in poi proseguirete da soli. Io non ho l'onore di poter venire con voi."
"Non permettete alle Fate Usurpatrici di raggiungere Arcadia!"
Batte in terra il bastone per 7 volte e la siepe davanti a voi si apre, lasciandovi libero il passaggio.. -
baakzavuv.
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Affronta la marcia senza batter ciglio stando nei ranghi, non si trova nelle prime file, ma nemmeno nelle ultime. La visione maestosa del roveto lo scombussola. Non potrà mai dimenticare il dolore atroce di quelle spine intangibili, ha provato quella sensazione, sa che ormai una parte di lui, la parte più intima di lui, resterà per sempre tra di esse e non sarà in grado mai più di poterla riottenere.
Stringe i denti e si fa forza, o meglio, la forza lo pervade. Per quanto possa essere stato terribile il passaggio la prima volta che è arrivato adesso oltrepassarla significa ben altro, deve faticare per reprimere il desiderio di tuffarsi attraverso. Le memorie della vita oltre la siepe si fanno più vivide ad ogni passo, poi il varco si apre.
Per il Patrizio!
Ulula cercando di nascondere i suoi veri pensieri.
Ma magari muore male
Potrebbe essere tutta una messa in scena... che si voglia fare due risate con i suoi cani? No. Siamo tanti, e siamo preziosi, prima di rifarsi un'armata come quella che siamo avrà bisogno di altro tempo e altre noie. Forse c'è veramente una battaglia, o ci sarà.
Dovrà stare molto attento allo svolgere degli eventi. Le mani si posano sulle else, è pronto a sguainare le armi se ci sarà bisogno. Oltrepassa la Siepe.. -
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Al passaggio dei soldati la siepe non si stinge, anzi sembra allargarsi per permettere il loro passaggio in maniera più agevole.
I soldati si guardano intorno, qualcuno borbotta mezze frasi stupite, ma tutti procedono speranzosi. La speranza è quella di tornare alla propria vita, quella di rima, ai propri affetti e alla tranquilla banalità della vita quotidiana..
inquietudine liberatoria |
