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La nebbia che spesso avvolge Novara in questa parte della città è particolarmente intensa, merito dei campi che la favoriscono e degli spazi aperti, con meno case...
Il sole è solo una pallida luminescenza che non riesce a superare la coperta della foschia
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Funghettoberserker.
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Ha gli occhi sbarrati e la pelle congelata.
Avanza nella nebbia con un fare smarrito, gli occhi che hanno smesso solo da poco di buttare fuori lacrime che rigano il suo viso graffiato e sporco di terra.
La figura che, solitaria, attraversa i campi, è piuttosto patetica.
Una bambina di undici anni, vestita solo di un vestitino lungo senza maniche, con la gonna lunga sino alle ginocchia. Solo un piede è coperto da un calzino ed una scarpa di quelle buone, quelle che si mettono la domenica, magari per andare in chiesa.
L'altro piede è nudo, sporco di terra, ed è sulla terra che si muovono questi due piedi.
La portano avanti con un andatura un po incerta, mentre si guarda attorno spaventata, smarrita, le braccia strette al petto per proteggersi, con scarsi risultati, dal freddo.. -
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Dalla nebbia emerge una figura che all'inizio di nebbia sembra fatta... lunghi capelli bianco-dorati, una veste lunga e serica, bianco- argentea, con vari ricami ai polsini e lungo la scollatura. Si muove sul terreno come se vi fosse trasportata senza toccare terra. La sua voce è melodiosa e arriva direttamente al cervello della bambina.
"Non avere paura, sono qui per curare le tue ferite."
Si avvicina alla bambina e la tocca sul braccio.. -
Funghettoberserker.
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La visione nella nebbia inizialmente non la infastidisce. A dirla tutta, non sembra nemmeno notarla. Almeno fino a quando la sua figura non si fa più evidente. Gli occhi si sgranano, la bocca si spalanca. Paralizzata dalla paura, si volta solo all'ultimo momento per scappare, ma è già tardi e cade per terra, di sedere. Rialza lo sguardo su quella specie di spettro, e subito si porta le mani alla faccia.
"Non volevo scappare, lo giuro! Mi ero persa! Mi ero persa, devi credermi!"
Piagnucola. E nonostante provi a trascinarsi indietro, il suo braccio viene toccato appunto dalla figura in questione.. -
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"Piccolo passerotto spaventato, non devi avere paura... chi ti ha ridotto così? Sarei scappata anch'io se mi avessero ridotta in questo modo..."
Il tocco gentile della figura le trasmette calore e sicurezza, poi attraverso il tocco le mostra la zona in cui sono coperta di prati verdi, pieni di fiori, con farfalle, sì vere farfalle, e uccellini cinguettanti. Accanto a lei la figura si mostra accovacciata sull'erba, intenta ad accerezzare i fiori che al suo tocco si schiudono e emanano un profumo delicato e delizioso.
"Dimmi, piccola, che ti è successo?". -
Funghettoberserker.
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Nonostante la sensazione piacevole che il suo tocco le conferisce, la bambina preferisce rimanere "al riparo" dalla figura avvolta nella nebbia. Eppure, dopo aver sentito la sua voce gentile e visto il suo comportamento amorevole, la bambina trova il coraggio di abbassare le mani e guardarsi intorno. E' ancora spaesata, ma sembra comunque che lo spavento sia sparito dal suo volto. Sembra, però. Perchè un sottile velo di sospetto copre il suo sguardo, che si posa su fiori, uccellini, cielo e, di nuovo, la persona che ha davanti.
"Mi hanno rapita."
Risponde la bambina. Deglutisce. "Gli elfi. Quelli di babbo natale, proprio loro. Mi hanno rapita e portata nella loro fabbrica. Io non volevo starci, ma loro mi hanno obbligata." Comincia a piangere, anche se la voce rimane relativamente calda. "Mi hanno tolto tutto quello che avevo, perfino i vestiti. E mi hanno presa in giro, ed è stato orribile!" Si cinge le gambe con le braccia, ridotte a un paio di molle colorate e snodate. Le ci vuole un po prima che il pianto, ora incontrollabile, se ne vada per poterla lasciar parlare, forse non razionalmente, ma almeno in modo da esser comprensibile.
"Tu chi sei? Ti prego, lasciami andare! Giuro che non dirò niente a nessuno. Io voglio solo tornare da mamma e papà!"
Singhiozza. Il luogo in cui si trova la aiuta a tenersi più calma, ma quella tizia assomiglia troppo agli Altri.. -
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Ascolta con attenzione il racconto della ragazzina, a tratti durante il racconto la sua espressione mostra pena per la sorte della piccola o rabbia nei confronti dei suoi rapitori.
"Io sono una persona che può aiutarti a cancellare quei brutti ricordi... e certo no, non sono una che ha intenzione di riportarti nel luogo da dove provieni ora..."
le porta nella mente un ruscelletto che gorgoglia allegro, un leprottino che vi si abbevera.
"Quello che ti mostro è il mondo così come io lo concepisco, ciò che ti hanno fatto è inaccettabile..."
Ti aiuto a trovare i tuoi genitori, ma non puoi presentarti dal loro in queste condizioni. Dal nulla fa apparite un abito
e delle scarpe
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Funghettoberserker.
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Se fossero in una situazione normale, probabilmente avrebbe storto il nasino alla vista di quei vestiti. E' in quell'età in cui incomincia -anche se pianissimo- a uscire dalla fase di bambina. E c'è da dire che si invecchia piuttosto rapidamente, quando si vivono certe cose.
Ma la bambina non dice niente.
Nemmeno un grazie.
C'è sempre quella leggera sospettosità da parte sua, come se nonostante tutto, non si fidasse. Ma dopo un po di titubanza prende i vestiti tra le mani, anche se per ora non li indossa.
Non sembra sorpresa dalla manifestazione di potere di quell'entità. Non come farebbe una bambina normale almeno: ha scoperto a sue spese l'esistenza della magia.
"Davvero lo farai?"
Chiede, e tira su col naso.
"Grazie. Io... grazie davvero. Ma... tu chi sei? Come ti chiami?"
SI guarda meglio intorno, ancora seduta sul prato e con un espressione ora più rilassata.
"Dove siamo, adesso? Siamo ancora... ancora "di la"?
Pronuncia quelle ultime parole, "di la", con un timore che quasi si può toccare con mano. -
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"Siamo nel mondo in cui eri prima di essere rapita... ti ho solo mostrato il mondo in cui avrei voluto che tu vivessi... La vera Arcadia, non quella pazza e degenerata che hai conosciuto." sospira
Le porge la mano per aiutarla ad alzarsi. Se la ragazzina la prende, la condurrà per mano fuori dalla nebbia.
"Vedi, io non so cosa vedono gli altri del tuo aspetto, in teoria non dovrebbero vedere le molle e gli ingranaggi, ma non ne sarei così sicura. Sono nuova, come te in questa situazione, conosco la città in maniera un po' diversa da come la vediamo ora, quindi ti posso accompagnare a casa, se ti ricordi dove fosse casa tua. O almeno posso provare a proteggerti finché non la raggiungiamo.". -
Funghettoberserker.
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Indugia per parecchio tempo sulla mano della donna. Guarda la mano. Poi lei. Poi la mano, e poi di nuovo lei. Si prende il suo tempo, come fosse una scelta importante. E alla fine accetta, lasciandosi aiutare a issarsi in piedi.
"Io abito in via (quellocheè) numero 12. A Novara. Non so se siamo ancora li però. Io... cioè, non ho visto nemmeno un cartello stradale."
Le stringe la mano con forza, quasi a riflettere quanto affidamento stia facendo sull'altra persona. Tiene il capo chino, come se si vergognasse.
"Immagino che debba trovare un posto dove cambiarmi adesso. Mi sembra stupido dato che ho..."
Tira su col naso e si trattiene dal piangere ancora
"... dato che sono così. Ma se tu dici che le persone non se ne accorgono..."
E lascia cadere la frase.
"Con tutta la nebbia che c'è, potrei cambiarmi anche qui però. A proposito, come hai fatto a... creare questi vestiti?"
Le chiede ora, con un evidente curiosità.
"Da quanto sei tornata? E come hai fatto a trovarmi?"
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"Posso ispessire la nebbia per darti un po' di tranquillità mentre ti cambi" sorride e attende la risposta prima di procedere.
Intanto prosegue con le spiegazioni.
"Sono in grado di creare ciò che mi piace, nel bene e nel male, ma io si solito preferisco i sogni agli incubi..." spiega cercando di evidenziare la differenza fra lei e le creature che l'hanno imprigionata.
"Sono appena tornata e non ti ho trovata, mi sono semplicemente imbattuta in te... ho sentito che in te c'era qualcosa che apparteneva al mio mondo, ma devo ancora figurarmi la situazione"
"Questo è solo in parte il mo mondo e l'arcadia che hai vissuto ne è... temo l'Antitesi". -
Funghettoberserker.
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Annuisce riguardo all'inspessirsi della nebbia, piuttosto eloquente anche solo con quel gesto. E così, quando si sentirà abbastanza sicura, si cambierà. Non indossava altri vestiti se non quell'abito sporco e graffiato e la scarpa. E il calzino, ovviamente. E sono quegli stessi vestiti che lascia li per terra. Anche se fa freddo, ora come ora non le importa.
"Ok, ho fatto."
Dice quando è vestita di nuovo in maniera presentabile.
"E tu sei stata nell... nell'altra Arcadia? Non sei mai stata dove sono stata io?"
Questo discorso le è ancora un po fumoso. Tuttavia le si avvicina ora, e cerca la sua mano con la propria.
"Mi puoi accompagnare a casa? Ho paura a rimanere qui. Ho paura che possano ritrovarmi e riportarmi indietro e... e ho voglia di rivedere mamma e papà. Chissà come saranno preoccupati!"
Deglutisce, fissando la donna che ha di fianco con uno sguardo di supplica.
"io mi chiamo Alice.". -
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"Certo che ti riporto a casa, anche se potrebbe essere che il tempo che trascorso ad Arcadia sia troppo... nel senso che fra Arcadia e questo mondo il tempo non passa alla stesso modo... potrebbe essere che siano passati più anni di quelli che crediamo."
Sa di non essere stata chiara, almeno non quanto avrebbe voluto, m almeno sta cominciando a prepararla all'idea che i suoi genitori non ci siano più, magari sono morti da secoli...
Poi cambia discorso e continua sul filo dei discorsi precedenti:
"L'arcadia che conosco è un posto di pace e splendore, dove nessuno viene torturati per il comodo o il divertimento altrui... Sì, esiste un'altra Arcadia... ed esiste un'altra Novara..."
Un a ttimo di silenzio.
"Puoi chiamarmi Morgelyn". -
Funghettoberserker.
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Ascolta con attenzione le parole di Morgelyn, e se all'inizio pare voler rispondere, le parole le muoiono in bocca. E se avesse ragione? Quanto tempo è passato, veramente? Un anno? Un giorno? Una decade? Difficile dirlo. Nemmeno lei saprebbe dire per quanto tempo è stata -letteralmente- un giocattolo per coloro che vivono oltre la siepe?
"..."
Si impedisce di farsi ulteriori domande. Per un minuto o due, l'idea di tornare a casa la spaventa parecchio. Poi la sua natura fanciullesca emerge.
"... Beh, anche se sono passati un anno o due, poco importa. Voglio rivederli."
Si volta verso la sua nuova amica, con un sorriso pieno di gioia.
"Chissà per quanto tempo mi hanno cercata! Sono sicura che saranno felicissimi di rivedermi! Faremo sicuramente una festa e ovviamente tu sei invitata."
Si, lo ha praticamente deciso tutto nella sua testa. Ormai il peggio DEVE essere passato, pertanto ora è tutta in discesa.
"Ma tu come fai a sapere tutte queste cose? Sei per caso...
E come colta da un illuminazione, la bambina fa finta di non aver detto niente. Letteralmente.
Forza, ci sarà una fermata dell'autobus da queste parti!"
E la tira per il braccio, cercando una via d'uscita dai campi. Alla fine la voglia di rivedere i suoi genitori, uniti all'innocenza (o ai suoi residui) della sua giovane età, hanno vinto la paura e l'insicurezza. Pare quasi essersi dimenticata di somigliare ad un giocattolo a molla. E a proposito di molle: il suo braccio si allunga di pochi centimetri mentre tira Morgelyn.. -
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Morgelyn non vuole spaventare la piccola, quindi evita di confermarle i sospetti circa la sua natura, anche se la ragazzina sembra averlo intuito… Le prende la mano e con l’altra mano compie dei piccoli ed impercettibili gesti per dissipare la nebbia davanti a loro…
“Magari non sono passati che pochi minuti e i tuoi genitori non si sono nemmeno accorti della sua assenza… vediamo cosa troviamo ad aspettarti”
Camminando la guida verso la fine dei campi e poi verso lo stradone..
Persi e ritrovaticronaca changeling |
