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Maeve ha salvato il salvabile quando è andata all'internet point. ora resta da decidere chi può darle una ano. Inizialmente aveva deciso di chiedere in Università, ma quindicesima la visione del video l'aveva convinta che se anche gli altri file fossero del medesimo genere, avrebbe avuto delle difficoltà a trovare una spiegazione, nessun sonnambulo a cui chiedere, ma gli unici a cui poteva rivolgersi erano i colleghi maghi. Per motivi di tipo relazionale, scarta di chiedere a Ettore, del resto l'ultima volta l'ha liquidata bruscamente, quindi... resta Alcor, gli altri maghi ancora non li conosce.
Chiama Alcor al cellulare.
Aspetta che risponda, poi, se risponde:
"Senti, quando torni, avrei da farti vedere alcune cose, si riferiscono ad un'aggressione che ho subito mesi fa, ve ne avevo accennato la sera della sfilata. Ho bisogno di un parere."
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Alcor rispose alla chiamata di Maeve dopo qualche squillo "Sono Alcor, sei tu Maeve?." Il mago Thyrsus rimase poi ad ascoltare ciò che la ragazza aveva da dirgli, annuendo in silenzio.
"Certo che possiamo incontrarci..." le promise Alcor, pareva che Maeve avesse davvero premura di incontrarsi con lui "...dimmi solo dove e quando."
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"Da un paio di settimane mi sono trasferita armi e bagagli a casa di Ettore. incontriamoci lì... in salotto.... quello che intendo mostrarti è sul mio portatile. Quando finisci di lavorare e torni... dimmi tu."
Stano che Alcor non si fosse accorto che si era trasferita... in effetti aveva cominciato a portare prima i libri e gli oggetti magici nascosti , poi i vestiti della stagione futura, poi piano piano tutto il resto fino a quando non ha portato anche il pigiama... A quel punto non potevano esserci più dubbi....
Posò il portatile sul tavolino e andò in cucina a farsi un tè. tenendo il telefono in mano in modo da poter continuare la conversazione.
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Alcor guardò l'orologio, era nella sua piccola e umile clinica veterinaria, stava aspettando che i signori Bianchetti gli portassero il loro cucciolo di boxer per le solite vaccinazioni di rito "Tra meno di un'ora dovrei riuscire a liberarmi."
Come promesso, dopo nemmeno 40 minuti, la Panda nera di Alkor parcheggiò nei pressi della casa di Ettore. Il mago veterinario percorse a piedi i pochi metri che mancavano e poi, davanti all'uscio suonò il campanello.
Mentre attendeva si chiedeva cosa volesse mostrargli Maeve, da come la ragazza aveva parlato doveva trattarsi di qualcosa di una certa importanza e che forse aveva un collegamento coi problemi che stavano cercando di risolvere.
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Maeve, sentendo suonare il campanello va ad aprire. E' un po' più pallida del solito e il suo volto mostra una certa preoccupazione. Indossa pantaloni da yoga chiari, una maglietta e una felpa in tinta, ai piedi solo le calze "da casa". I capelli sono legati da una coda bassa. Insolito, considerando l'aspetto sempre bon ton che la contraddistingue.
"Ciao, scusa se ti ho chiamato al lavoro, ma pensavo di mostrarlo in università, a qualcuno dei vecchi colleghi, ma ho paura di scatenare il Paradosso e non arrivare nemmeno ad una conclusione utile." Parla come se Alcor sapesse di cosa stava parlando, ma in effetti l'ossessione per la faccenda le sta facendo perdere il contatto con la realtà.
Conduce Alcor in salotto, dove si trova il portatile sul tavolino, collegato alla rete elettrica.
"Ecco" pigiando un paio di tasti fa partire il video a tutto schermo.
CITAZIONE Una poliziotta (indubbiamente non italiana) con la schiena contro al muro, un uomo chinato su di lei il cui volto non si vede. Passano i secondi e la figura sembra "cambiare", diventare piu minuta ... e quando si gira sembra uguale alla donna a terra, solo con i vestiti diversi ... eppure quando lei si allontana arrivano altre persone in soccorso alla poliziotta ... solo che la evitano, si crea un piccolo vuoto attorno a lei, come se la evitassero ...e il video finisce. |
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Maeve pareva visibilmente agitata, Alcor rimase ad ascoltarla pazientemente lasciando che lei si sfogasse, poi la seguì in salotto dove si mise comodo sul divanertto dinnanzi al tavolino. L'ascio che l'amica avviasse il video che lui osservò meditabondo ed in silenzio.
"Un mutaforma, un doppleganger o qualcosa del genere?" Ipotizzò non appena il video fu concluso "Cosa centra con il tuo incidente di qualche mere fa?" Domandò infine...
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"Nel mio incidente, io credevo di essere andata a prendere Giselle, ma evidentemente quella che ho preso era questo mutaforma. E' stato a causa sua che io sono andata fuori strada. Dopo l'incidente era sparito, non solo, nessuno l'aveva visto. Tutti hanno visto solo me. Nessuno accanto a me, nemmeno i testimoni dell'incidente hanno fatto accenno alla presenza di qualcun altro."
Maeve siede sul divano con un tonfo secco.
"Non ti dico il palloncino o le analisi del sangue per vedere quale sostanza allucinogena avessi assunto" fa una smorfia di disgusto.
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"Ma perché avrebbe dovuto fare tutta quella strada per arrivare fin qui?" Domandò Alcor grattandosi il mento mentre le rotelline del suo cervello giravano frenetiche nel tentativo di formulare qualche ipotesi sensata "Può essere che ti conosca? O il vostro incontro è stato davvero casuale?" Aggiunse continuando a fissare intensamente il monitor del portatile.
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"Ecco... questa era una domanda che non mi ero posta... perché io? Mi sono concentrata sul chi fosse lui e il suo collegamento eventuale con Giselle, cosa potesse rappresentare lei come obiettivo, tralasciando il fatto che in realtà volesse colpire me per qualche motivo. In effetti, ora che ci penso, mi ha detto qualcosa riguardo al fatto che potevo volere il suo aiuto..."
Maeve gurda Alcor dal basso del divano verso l'alto
"Tu che faresti al mio posto?"
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"Io...? Hm..." Alcor ci rimuginò un poco "Io proverei a cercarla questa creatura. Certo non dev'essere facile cercare qualcuno che può cambiare faccia..." Ammise il Thyrsus "...ma ha detto che avresti voluto il suo aiuto e quindi, se spargiamo la voce tra gli esseri soprannaturali della città che sei sulle sue tracce, forse sarà la creatura a cercare te."
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"Uhm... ok.... ma stavolta mi barrico di incantesimi protettivi... non voglio rischiare. E stabiliamo una parola d'ordine, qualcosa che faccia capire a me e a te che siamo noi, dovremmo fare lo stesso con Ettore, prima che prenda le sue sembianze e ci freghi.... so di sembrare paranoica, ma visti i precedenti..."
prende il suo grimorio.
"Ti conviene premunirti, adesso che sai cosa ci troveremo davanti, sicuramente hai qualche incantesimo che puoi fare che ti salverà la pelle..."
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CITAZIONE "Uhm... ok.... ma stavolta mi barrico di incantesimi protettivi... non voglio rischiare. E stabiliamo una parola d'ordine, qualcosa che faccia capire a me e a te che siamo noi, dovremmo fare lo stesso con Ettore, prima che prenda le sue sembianze e ci freghi.... so di sembrare paranoica, ma visti i precedenti..."
"Una parola d'ordine, eh?" Rimuginò Alcor "Eh...? Come dici...?" Domandò il mago parlando a qualcosa che solo lui era in grado di percepire "Non saprei, mi sembra un poco scomoda... e va bene... va bene...!"
Sospirò e tornò a rivolgersi a Maeve "Sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa... così suggerisce Elis..."
CITAZIONE "Ti conviene premunirti, adesso che sai cosa ci troveremo davanti, sicuramente hai qualche incantesimo che puoi fare che ti salverà la pelle..."
Alcor annuì: almeno un incantesimo a tale scopo doveva conoscerlo bene e ne avrebbe di certo fatto uso.
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«Sicuro che non sia troppo lunga? Per me andrebbe bene, ma consideriamo valido anche solo l'inizio.»
Posa il libro per un attimo e chiede:
«Che incantesimi userai per proteggerti?»
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"Conosco un incantesimo difensivo: lo Scudo di Effimera: dovrebbe tornarmi utile se si giungesse ad uno scontro fisico. Ma non credo che quell'essere ti stia cercando per sfidarti in combattimento, hai detto che ti ha offerto il suo aiuto, no?" Le rispose Alcor.
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"Sì, certo... mi ha offerto il suo aiuto subito dopo avermi fatto fare un incidente che mi ha fatto stare in ospedale per una settimana! Ti fideresti, tu?"
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